Arriva l'ultimo film di Harry Potter, ma delude tutti i fans

Il maghetto Harry dice addio ma delude
"Harry Potter e i doni della morte - parte 2" esce il 13 luglio nelle sale italiane

Tutto crolla. Anche le aspettative. E per essere l’ultimo capitolo della saga non poteva esserci delusione peggiore per i fan del maghetto più famoso al mondo. “Harry Potter e i doni della morte – parte 2” arriva al cinema (il 13 luglio in Italia) e non regala certo quello che ci si attendeva da un finale degno di questo nome.
“Tutto finisce”. E anche per Harry non poteva essere diversamente. Dopo quattordici anni, sette libri e otto film l’avventura è arrivata al capolinea. La scuola di Hogwarts brucia, lo scontro tra il predestinato e l’Oscuro Signore è imminente. La caccia agli Horcrux va avanti. Ogni ritrovamento è una ferita che si apre per Voldemort ormai sempre più debole tanto da non farci poi così più paura.

Eppure il clima che si respira è quello delle grandi guerre dove nemmeno i morti si contano più. Bene e male ancora una volta si fronteggiano. Il sentimentalismo cede il passo all’azione. L’ora della grande battaglia – quel duello atteso fin dall’inizio – è arrivata. E non saranno certo clamorose rivelazioni (Piton ha molti segreti nel cassetto) a distrarre il pubblico.

Persino la strepitosa scena del furto alla Gringott (con tanto di fuga spettacolare a cavallo di un drago) passa in secondo piano. Ma per vedere Harry e Tu Sai Chi faccia a faccia bisognerà pazientare più di un’ora e mezza. Peccato però che questo lasso di tempo sia inesorabilmente infinito. Per essere il film più breve della saga (appena due ore), infatti, ci si aspettava un ritmo decisamente più serrato, che solo gli ultimi trenta minuti sono in grado a stento di offrirti.

E allora dopo aver rubato la coppa di Tassorosso, aver distrutto il diadema di Priscilla Corvonero, aver visto la scuola cadere a pezzi e aver ricongiunto i Doni della Morte (mantello dell’invisibilità, pietra della risurrezione e bacchetta di sambuco), eccoli, l’uno di fronte all’altro.
“Avada Kevadra”. La maledizione senza perdono che aveva ucciso i genitori di Harry stavolta mette al tappeto lui. E’ l’occasione per rivedere Albus Silente in non luogo (altra scena memorabile) a metà tra il Paradiso e la stazione di King’s Cross (quella del binario nove e tre quarti). E’ l’occasione per vedere Harry così maturo come non lo avevamo mai visto in questi anni.

Il resto ormai è leggenda. Nel senso che la trama non è un segreto per nessuno. E anche le pietre sanno come andrà a finire. Forse è per questo che colpisce la banalità con cui David Yates ha raccontato l’epilogo della saga. Nemmeno il 3D e gli effetti speciali sono bastati a sopperire la mancanza della giusta tensione. Quella che serve per mantenere alta l’adrenalina fino all’ultimo secondo.

Insomma, doveva essere un film, ne abbiamo visto un altro. E poco importa se a tratti abbiamo persino sbadigliato. Ingrati babbani. Del resto la magia al cinema non è ancora arrivata. E i miracoli restano una prerogativa ultraterrena. Con buona pace di Harry Potter.
tgcom.it

Da grandissima appassionata di HP, dico che il film alla fine non è stato malissimo! Perlomeno rispetto agli altri anni in cui il regista ha fatto tutto di testa sua stavolta siccome hanno fatto le riprese su supervisione della scrittrice è venuto fuori qualcosa di meglio!!

lo sapevo che avresti commentato questo post stè io a stento ho visto l'inizio del primo film della saga ahahahah

ahahahah sono gusti

si si certo